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Ecologia alleata dello sviluppo. La svolta che serve all’Italia

Dal sito “La Discussione” – di Giampiero Catone – clicca QUI per andare all’articolo originale

Tra tante notizie di incertezze economiche e settori produttivi in difficoltà, c’è una buona novella. L’inaugurazione del primo Parco eolico nazionale al largo della costa di Taranto, dieci pale sistemate in mare che promettono di assicurare 58mila MWh, pari al fabbisogno annuo di 60mila persone con un risparmio di 730mila tonnellate di anidride carbonica. Il Parco eolico è costato una cifra considerevole, 80 milioni ma quello che è da evidenziare, sono le lungaggini burocratiche. Sono passati 14 anni dal progetto alla sua inaugurazione. Se così fosse allora anche per altri progetti di Parco eolico marino – quelli sulla terra ferma hanno un impatto ambientale elevato con troppi danni e pochi vantaggi – allora la Transizione ecologica di cui tanto si parla e ci si aspetta rimarrà un miraggio.

Ecologia e buon senso

Questo il punto rilevante, il rispetto dell’ambiente deve essere fatto facendo prevalere il buon senso. I percorsi e gli iter progettuali non siano straordinari ma servono regole chiare e poche, con la garanzia che i lavori possano iniziare e concludersi con date certe. Ma tutto questo è solo una premessa.

Fare bene e con ambizione

L’importante che si dica cosa si vuole veramente realizzare. Un Parco eolico marino, ad esempio, ha un senso, mentre quelli incastonati sui monti hanno creato solo problemi. Sul mare abbiamo strutture non solo più efficienti ma anche la garanzia di un minor impatto. Ci sono dei benefici perché dove al largo della costa c’è una sistema eolico nasce spontaneo anche una riserva marina perché la zona si integra con l’ecosistema dei fondali. Serve dire con onestà cosa davvero si può fare ed è veramente utile abbandonando quei cliché che hanno creato danni e ritardi.

La nuova visione

In questo senso l’appello di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, contro chi sa dire solo “no” provocando un iter di 14 anni come nel caso di Taranto ha un suo valore. “La Sovrintendenza ha detto no, la Regione, gli enti locali, alcune sigle ambientaliste hanno detto no”, ha sottolineato Ciafani dura te  l’inaugurazione del Parco eolico. Così come da sottolineare l’impegno del ministro Infrastrutture e trasporti sostenibili, Enrico Giovannini e del titolare del dicastero dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, entrambi credono in una svolta Green che vuole davvero centrare gli obiettivi previsti dalla Transizione ecologica e gli impegni presi per il Piano nazionale di Ripresa.

Patto sviluppo e ambiente

L’Italia quindi inizia un percorso nuovo, un ambientalismo sostenuto da una politica liberale e aperta alle necessità delle imprese, dello sviluppo e dell’ecologia. Lo conferma la linea del Governo Draghi, lo sottolineano i suoi ministri che denunciano anche come tra pretesti, burocrazie e, va sottolineato, gli interessi di grandi lobby, si è fatto di tutto per ritardare le idee migliori, i programmi e i progetti innovativi. Ora l’Italia deve riguadagnare terreno. E può farcela.

I Paesi Ue più avanti di noi

Lo dimostrano gli esempi degli altri Paesi Ue che hanno intrapreso nell’ambito dei loro Piani del Next Generation Eu, progetti importanti e aperti alla innovazione. C’è lo sviluppo dell’idrogeno rinnovabile in Spagna finanziato con 69,5 miliardi in tre anni con il 40% dei fondi destinato alla transizione energetica. C’è l’ammodernamento con piano Green, delle Ferrovie in Croazia in cui sono stati investiti quasi 10 miliardi di euro. Sempre sulla mobilità sostenibile la Danimarca punterà su 1,5 miliardi. Mentre una parte da leone la faranno nell’Unione i progetti di economia circolare. In tutto questo c’è spazio anche per le imprese italiane innovative che magari in patria sono bloccate mentre all’estero potranno intercettare progetti sostenibili per 254,7 miliardi, tanti quanti ne prevede il piano Next Generation Eu.

La politica sia pronta alla svolta

Se oggi in Europa si agitano i timori per le conseguenze della aggressione militare della Russia contro l’Ucraina, se lo scenario economico ci ricorda che la globalizzazione ha un suo limite, che l’autonomia energetica dell’Europa e dell’Italia va fatta al più presto, abbiamo anche una Europa che guarda al futuro. L’Italia deve proiettarsi in avanti il tema della Transizione ecologica è una grande sfida, non solo nei progetti ma anche nelle realizzazioni. Il Paese ha imprese piccole e medie capaci di riservarci importanti sorprese positive, ma soprattutto la politica deve essere all’altezza di questa svolta. Sviluppo, ambiente, come benessere e maggiore uguaglianza sociale, devono entrare prepotentemente nella dibattito tra i partiti. Abbiamo un mondo nuovo da costruire allora non resta che metterci al lavoro con pazienza e impegno guardando al domani.

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